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Bariti: “Salvezza meritata e sofferta alla Pergolettese. Giusto mix di giovani ed esperti”

10.05.2024 18:45 di  Redazione TC  Twitter:    vedi letture
Bariti: “Salvezza meritata e sofferta alla Pergolettese. Giusto mix di giovani ed esperti”
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© foto di Michele Maraviglia/UC AlbinoLeffe

Nella serata di TMW Radio, all’interno di “A Tutta C”, è intervenuto Davide Bariti, punto di riferimento e capitano della Pergolettese.

Un giudizio generale su questa stagione?
“La stagione si è chiusa positivamente. Abbiamo avuto qualche difficoltà in più rispetto agli anni precedenti. L’obiettivo era la salvezza ed è arrivata con merito all’ultima giornata”.

Cosa serve per diventare uno specialista degli ingressi dalla panchina?
“Quell’annata 2012/2013 all’Avellino fu positiva. Le mie caratteristiche in campo permettono di sfruttarmi meglio a partita in corso. Tante rimonte di quell’anno nel secondo tempo mi hanno visto utile dalla panchina”.

Qual è la piazza dove ti sei trovato meglio?
“Ho un pezzo di cuore a Trieste, dove con la Triestina sfiorammo la B. A livello personale a Trieste è nata mia figlia poi. Ci sono altre piazze importanti: Carrara dove ho fatto le giovanili, ad esempio. La Pergo, quattro anni sono tanti e qui sto bene”.

Cosa ricordi delle caratteristiche di Zappacosta e Izzo da giovanissimi?
“Giocatori estremamente forti. La squadra aveva qualità in quel frangente e nessuno se lo aspettava, dato che eravamo giovani ma molto promettenti. Partimmo in sordina e vincemmo perché la qualità era tantissima”.

Parentesi al Napoli con Benitez: cosa ti ha dato quell’esperienza?
“L’esperienza più bella della mia carriera a livello tecnico. Arrivare a quei livelli, facendo parte di quel gruppo, seppur più in disparte e giocando meno, è stata la parte più prestigiosa della mia carriera”.

Stare a contatto con quei campioni cosa ti ha portato? E chi ti ha aiutato di più?
“Erano giocatori straordinari e soprattutto in attacco c’era una qualità incredibile. Cannavaro, Maggio, Behrami, Mertens e Hamsik in particolare mi sono stati vicini, ma anche gli altri mi hanno dato una mano”.

Cosa è cambiato dal momento dell’esonero di Abbate alla 26esima di quest’anno?
“Col mister giocavamo bene, ma è mancato qualche risultato. Mister Mussa lo conoscevamo e lui ha lavorato tanto sulla nostra testa sicuramente. Siamo stati bravi a fare tantissimi punti nelle ultime gare”.

La vittoria della svolta è arrivata in casa dell’Atalanta Under23 per 0-2…
“Sì, assolutamente. Ne parlavamo con i compagni qualche giorno fa. È stata una svolta importante sia in classifica che per come è arrivata, soffrendo, in trasferta”.

Nello spogliatoio come siete amalgamati tra giocatori esperti, mi viene in mente Arini, e i più giovani?
“Il giusto mix lo abbiamo trovato sicuramente. Ragazzi esperti a creare la base, con giovani forti e bravi inseriti attorno. Cerchiamo di mettere a loro agio anche i ragazzi più giovani. Sono contento che sia stato Arini a determinare la salvezza”.

Qual è il tuo ruolo e qual è il tuo modulo preferito?
“Ho giocato da quinto quest’anno ed è il mio ruolo più congeniale, pur avendolo fatto poco in carriera. Quinto in un 3-5-2 non statico, dove i braccetti si inseriscono e ti creano tanti spazi”.

Un esterno a cui ti ispiri?
“In questo momento penso a Theo Hernandez, pure se fa più il terzino. È un difensore moderno che abbina entrambe le fasi”.

Raccontaci il momento della festa contro la Giana Erminio…
“La palla sembrava non voler entrare, con due traverse colpite. Nella ripresa eravamo un po’ preoccupati, ma dopo il gol è arrivata la liberazione”.

Quest’anno in C un terzo in più degli spettatori…
“Siamo contenti, perché il calcio dei paesi è quello più passionale. In molte realtà piccole ci sono rivalità importanti. Anche il fatto che ci siano i playoff così lunghi aiuta il pubblico ad affezionarsi”.